Punto e a capo: la libertà di espressione è sotto attacco
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IL PUNTO: COS'È SUCCESSO NELLA SETTIMANA PASSATA Ciao Sergio, come stai? La scorsa settimana la giornalista Cecilia Sala, dopo tre settimane nel carcere di Evin a Tehran, è stata liberata ed è tornata a casa. Una notizia bellissima, per cui bisogna ringraziare la premier e chi al governo e tra gli uomini e le donne dello Stato ha lavorato per questo risultato. Come saprai, Cecilia Sala era in Iran, con un visto giornalistico regolare, per raccontare il paese, quando è stata arrestata, senza accuse formalizzate, ma con una motivazione molto generica. Il carcere dove è stata detenuta Sala è la struttura in cui sono imprigionati oppositori politici e cittadini stranieri e dalla creazione della Repubblica Islamica dell’Iran è diventata un simbolo del regime. Cecilia Sala è stata detenuta in una cella piccolissima, con la luce sempre accesa, senza occhiali. In questi giorni sono state scritte tante cose su questa storia, io ti consiglio la puntata di Stories in cui Cecilia Sala racconta a Mario Calabresi in modo non reotrico la quotidianità del tempo nella sua cella a Evin. Mi ha molto colpito, perchè non solo è un racconto prezioso, ma non dimentica di ricordare tutte le persone che sono ancora in quelle condizioni. Un altro pezzo che ti consiglio è questo articolo di Paola Peduzzi sulle scelte fatte dal suo giornale (il Foglio) durante i giorni di prigionia di Cecilia. |
[Illustrazione di Stefano Tartarotti- 8 gennaio 2025] |
La scorsa settimana poi c’è stata la “tradizionale” conferenza stampa di fine anno, che ora è diventata di inizio anno, della Presidente del Consiglio. Nel 2024 la Premier ha tenuto quattro conferenze stampa; secondo i calcoli del suo ufficio stampa ha risposto a 350 domande, meno di una al giorno. E se già sono poche (nonostante Meloni pensi l’opposto), sarebbe interessante sapere a quante domande ha poi effettivamente risposto, senza sviare ed eludere gli argomenti spinosi. La conferenza stampa ha avuto poi al centro Elon Musk e l’affido delle telecomunicazioni italiane al miliardario americano. Davanti alle domande sulle criticità di affidare la gestione delle comunicazioni sicure del nostro paese a un privato straniero, Meloni si è mostrata infastidita e ha optato per il classico e ormai noioso vittimismo. Ha cercato di paragonare Elon Musk, uomo più ricco del mondo, proprietario della piattaforma X che utilizza per favorire partiti di estrema destra in giro per il mondo e per invocare l’arresto dei primi ministri che non apprezza, imminente parte dell’amministrazione Trump, a Geroge Soros, che ha un patrimonio molto più piccolo e che soprattutto non ha mai avuto ruoli diretti in politica. Non si capisce se Meloni non si renda conto o sia in malafede quando sostiene che Musk è “una persona nota e molto facoltosa che esprime le sue opinioni”. A quanto pare per la premier non è un’ingerenza attaccare così prepotentemente la magistratura italiana da far intervenire il Quirinale. Ma per Meloni è insopportabile che venga applicata una moralista lettera scarlatta a chi ha rapporti con lei. La mancanza di rispetto e considerazione che la Presidente di Consiglio ha per la stampa e il diritto all’informazione dei cittadini non è solo preoccupante e pericolosa, ma anche grottesca, considerando il bel lavoro fatto per riportare a casa Cecilia Sala da un paese che condanna a morte con l’accusa di “ribellione”. |
[Copertina del The Newyorker della prossima settimana - 20 gennaio 2025] |
Martedì invece Mark Zuckerberg ha annunciato molte modifiche nelle politiche di moderazione dei contenuti di Facebook e Instagram. Verrà tolto il fact checking, che era stato introdotto nel 2016, dopo la vittoria alle presidenziali di Trump. Da adesso invece Meta imiterà X: non utilizzerà più fact checker indipendenti, ma introdurrà le “Community notes”, che consentono agli utenti di aggiungere informazioni, contesto o correggere informazioni false. Si tratta di una notizia preoccupante, perché significa che si passa a uno strumento ancora più impreciso e inadeguato nella lotta alla disinformazione sulle piattaforme. E a far paura non è solo la decisione dell’amministratore delegato di Meta, ma il fatto che questa sia riconducibile a un tentativo di avvicinarsi a Trump. Nel video che ha postato su Instagram, Zuckerberg tocca temi che il Trump utilizza spesso, a partire dalla censura derivante dal politicamente corretto. È un cambiamento notevole, che denota la volontà di un riposizionamento, rispetto agli ultimi anni di relazioni tese, basti pensare alla sospensione degli account Facebook e Instagram di Trump dopo l’assalto a Capitol Hill. |
A CAPO: COSA TENERE D'OCCHIO PER LA SETTIMANA - Questa settimana in Aula ci riuniremo in seduta comune per l’elezione di quattro Giudici della Corte Costituzionale, poi voteremo il ddl costituzionale sull’ordinamento giurisdizionale, le mozioni sulla legalizzazione della cannabis, una mozione sulla Corte Penale Internazionale e una mozione sulle politiche industriali.
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- Il Comune di Milano promuove il bando 100idee, che è dedicato ai gruppi (anche informali) di giovani, tra i 18 e i 35 anni. Bisogna candidare idee che riguardano espressione artista, culturale, sportiva, l’animazione di spazi pubbblici, la sostenibilità ambientale e sociale, la mobilità territoriale, la solidarietà. Se si verrà selezionati, verrà un offerto un percorso di accompagnamento per la realizzazione, un contributo economico e degli spazi. Il bando scade il 1 marzo 2025.
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